Nel presepe e nella Messa, il silenzio di Gesù

Novena di Natale – 20 dicembre

Il silenzio di Gesù, dalla culla alla croce. Caro Signore, il silenzio del presepe (e in qualche modo della Messa) suscita qualche altra riflessione. Tu, che sei la Parola in persona (il ‘Verbo’, come dice Giovanni) te ne stai zitto nella mangiatoia, anche se hai le cose più importanti da dire all’umanità intera. Quando noi abbiamo qualcosa di importante, facciamo una fatica a star zitti…

Tu invece hai aspettato trent’anni per iniziare a dire apertamente quelle cose che già i profeti avevano anticipato. Hai parlato molto, girando in Galilea e in Samaria, in Giudea e a Gerusalemme. Ma anche in quegli anni hai scelto momenti di silenzio, ha ritenuto che in certe situazioni era meglio non parlare. Quello che ci colpisce di più, Signore, è il tuo silenzio nei momenti drammatici dell’ingiusto processo cui sei stati sottoposto. Proprio tu che sei il Signore, hai preferito tacere davanti a quei miseri uomini di potere che ti hanno condannato. Non hai risposto a Pilato, non hai risposto ad Erode. E anche sulla croce, a parte sette parole, sei stato zitto. Per tre ore: da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. E hai interrotto il tuo silenzio cacciando un grido (secondo il racconto di Marco 15,37). Quasi un vagito, simile in qualche modo a quelli che ti uscivano appena nato… chè la tua morte è la nuova nascita, e fino all’ultimo hai vissuto da bambino che grida con confidenza al Papà.

Un mistero che ci fa arrabbiare. Però che mistero questo tuo silenzio Signore. Ci spiazzi sempre: sei la Parola silenziosa, sei l’Onnipotente povero. Vorremmo sentirti forte e chiaro, specie nei momenti di difficoltà della nostra vita, e invece ti presenti spesso silenzioso. Quasi non ci accorgiamo che sei presente, che sei accanto a noi. E questo a volte ci fa un po’ arrabbiare e ci viene da lamentarci. Perchè non parli? Perchè non vieni nel forte vento, nel terremoto, nel fuoco? Perchè, come quella volta con Elia (1Re 19,9.11-13) preferisci il ‘mormorio di un vento leggero’?! Se tu parlassi forte ti ascolteremmo, Signore, e invece così ci sembra che ci lasci nel dubbio…

Una questione d’amore e di libertà. Forse la questione è proprio l’amore. Gli amanti non urlano il loro amore, lo sussurrano nell’intimità. Gli amanti non costringono, non possono farlo. Non impongono, rovinerebbero tutto. Gli amanti si legano nella libertà, e tu sei il nostro amante, garante della nostra libertà. Sei l’amore in persona che sa venire solo delicatamente alla nostra coscienza, sa bussare discretamente alla nostra porta. Perchè non vuoi nessuna costrizione. Non ti basta il nostro inchino alla tua potenza creatrice, vuoi la risposta affettuosa alla tua dichiarazione d’amore che ci salva.