Nel presepe e nella Messa, in silenzio, si ascolta!

Novena di Natale 2021 – 19 dicembre

Il silenzio nel presepe, pieno di ascolto. Viene naturale guardare al presepio percependo un grande clima di silenzio, quasi di immobilità. Anche i presepi con le animazioni meccaniche o i ruscelli d’acqua corrente sono comunque pieni di quiete, di silenzio. Maria e Giuseppe paiono non dire una parola. Nemmeno si sente il vagito del bambino. È un silenzio strano, insolito per noi. Ma a sentire i racconti evangelici avvertiamo che il silenzio esteriore è la condizione per l’ascolto intimo della Parola di Dio. I personaggi che contempliamo nel presepio ne sono come intrisi. Maria custodisce tutto meditando nel suo cuore. Giuseppe sa ascoltare Dio anche nei sogni. E pure i pastori (che sono gli unici a dire qualcosa a Betlemme) parlano solo perchè nel silenzio della notte e in mezzo al deserto hanno sentito il coro meraviglioso degli angeli che ha fatto di loro i primi messaggeri della nascita del Cristo Signore, portatore di una grande gioia. Silenzio nel linguaggio della fede vuol dire ascolto! Stare zitti non serve a nulla ed è perfettamente inutile (oltre che dannatamente faticoso) se non si vive la curiosità dell’ascolto di Dio, nell’intimità del cuore.

Il silenzio nella Messa è per l’ascolto. Avere il presepe davanti a noi in questi giorni nella Messa è un aiuto: dobbiamo imparare il silenzio dell’ascolto, perchè nella Liturgia il Signore parla, i profeti parlano, gli angeli parlano. È così bello quando si innesca l’ascolto vero, l’attenzione e la curiosità per la Parola che sta per essere pronunciata dal Signore. È così bello quando quella Parola trova la strada aperta per scendere nella profondità della nostra meditazione, grazie alla quale incontra veramente e ispira la nostra vita. Quando la Parola viene pronunciata e predicata bene, e diventa gustosa, attraente, più bella e più forte dei nostri rumorosi e affannati o superficiali pensieri!
D’altra parte, le ‘rubriche’ parlano del silenzio per l’ascolto profondo come di una importante dimensione della Messa, da vivere specialmente all’atto penitenziale, durante le letture e dopo la comunione. Ma siamo abituati un po’ male: non lo sappiamo gestire, lo riduciamo al minimo sindacale, non vediamo l’ora che finisca… Dovremmo pretendere dai preti celebranti che rispettino il ritmo della parola e del silenzio nella Messa, che ci aiutino a superare quell’inutile horror vacui di cui talvolta soffriamo.

Il silenzio del presepe e della Messa vuole impregnare la nostra vita quotidiana. Bello imparare ad essere monaci (gente capace di stare sola in ascolto del suo Dio) nella città (gente pienamente immersa nella vita del mondo). Necessario diventare veri ascoltatori degli altri: quanto ci piace essere ascoltati e quanto piace agli altri quando li ascoltiamo con attenzione, silenziando la fretta di dire la nostra, di avere ragione, di sapere già tutto. Se intrecciamo la vita e la Messa, contemplando il presepio, sta’ a vedere che diventiamo un po’ di più come Maria e Giuseppe, gente di poche e sensate parole…