Una carne sola!

Commento al Vangelo del 3 ottobre 2021.

Mentre è incamminato verso Gerusalemme, Gesù sta cercando di far capire ai suoi quel che gli succederà: il dono di sé fino alla morte e nella risurrezione. Il suo cammino è una scuola. E il suo modo di far scuola parte dalle domande di chi gli si fa vicino. Un grande ascoltatore, Gesù! Prima di arrivare a Gerusalemme affronta due temi: come vivere l’amore sponsale (Mc 10,2-16) e come usare le ricchezze (lo ascolteremo domenica prossima).

La domanda dei farisei è se si può ripudiare la moglie: lo aveva consentito Mosè… Una domanda molto importante, in ogni luogo e in ogni tempo. Sappiamo quanto anche oggi sia bruciante nella esperienza di tante persone, di tanti amici e famigliari, che vogliono vivere proprio da discepoli del Signore. La Chiesa raccoglie l’insegnamento di Gesù e da sempre cerca di capirlo per aiutare a viverlo. La recente Esortazione Amoris Laetitia (2016) è un testo di grandissima ricchezza a cui è bello e importante riferirsi per meditare in modo approfondito la visione cristiana del matrimonio, la spiritualità della vita degli sposi/genitori, la via per ‘accompagnare, discernere e integrare’ nelle situazioni difficili.

Gesù, dal canto suo, è preoccupato del fondamento. Per questo richiama il progetto di Dio: cosa pensava Padre quando ha creato il mondo e l’uomo? L’uomo è pensato e creato nella complementarietà del maschio e della femmina perché è fatto per il dialogo e la fecondità. Per lo scambio d’amore in una comunione profondissima e per la partecipazione alla vitalità di Dio. Per una unità così profonda da arrivare a dire ‘non siamo più due, ma una carne sola’. È da brivido la vocazione di ciascuna persona: tutti siamo fatti per questa unione d’amore profondissima, perché siamo immagine di Dio che è Trinità di persone tra le quali tutto, ma proprio tutto, è condiviso in uno scambio pieno di gioia, di verità e di affetto, pieno di accoglienza integrale dell’Altro e di donazione integrale di sé all’altro. La rivelazione più forte di questa identità di Dio è nel dono che Gesù ha fatto di sé nella Pasqua!

Nella esperienza del Sacramento del Matrimonio accade che Dio dona a un uomo e una donna di essere l’uno per l’altra segno vivo ed efficace di questa forza d’amore unificante e feconda di Dio. È una esperienza così bella e profonda e totalizzante! Ma è una esperienza che è donata nella fragilità delle nostre persone. La tensione dell’amore sponsale verso l’integralità del dono di sé e dell’accoglienza dell’altro in un modo che non può essere passeggero contrasta con la bruciante esperienza del nostro limite, della nostra incostanza, delle fatiche interiori, delle tentazioni. Gesù parla della ‘durezza del vostro cuore’… La via del Matrimonio è in qualche modo ‘sovrumana’, allo stesso modo della via della consacrazione dei religiosi.

Come prendere dunque le parole di Gesù?

Anzitutto come una espressione di fiducia: lui e il Padre e lo Spirito sono convinti che il progetto di vita matrimoniale può essere vissuto, nonostante tutte le difficoltà, se si sta in comunione con il Risorto.

Poi come invito alla prudenza: un progetto così grande va preparato, studiato in un discernimento molto profondo e puntuale, fatto dialogando con lo Spirito Santo nella Chiesa che è Madre e che aiuta a scoprire l’autenticità della propria vocazione sponsale.