Nella riunione dell’11 gennaio, il Consiglio pastorale parrocchiale ha preso in esame il tema dell’Oratorio e in particolare dell’ANSPI, deliberandone la cessazione. I responsabili dell’ANSPI parrocchiale avevano nella loro ultima riunione deciso lo scioglimento della associazione, a causa della sproporzione tra gli adempimenti amministrativi per mantenerla in piedi e gli effettivi vantaggi per la gestione dell’oratorio. Era stata fondata nel ’91 per dare un supporto burocratico ad alcune attività della parrocchia. Il Consiglio pastorale ha esaminato gli aspetti organizzativi, formativi e fiscali che potevano essere sostenuti dall’ANSPI, rilevando che le coperture assicurative, i percorsi di formazione e le forme di facilitazione fiscale possono essere attuati con altri strumenti cui la parrocchia può accedere. Si è rilevato inoltre come il peso della conduzione dell’ANSPI sia stato praticamente sempre a carico di Pasquale, che merita un grande ringraziamento da parte di tutta la comunità parrocchiale.
Il Consiglio ha pure ascoltato Alberto Natali che ha aggiornato sulla situazione della Associazione Arcobaleno, che gestisce da molti anni un centro educativo per minori in difficoltà nell’oratorio parrocchiale, garantendo una presenza educativa quotidiana. L’Associazione sta vivendo il suo servizio con sempre meno appoggio da parte dei Servizi sociali, i quali segnalano che pochissimi minori per il doposcuola: ne consegue l’impossibilità di un sostentamento economico dell’associazione stessa. Nei prossimi mesi si vedrà se la tendenza rimane questa o se si potrà riprendere un servizio che garantisca anche una sostenibilità economica.
In ordine ad una riorganizzazione delle strutture parrocchiali e ad una gestione dell’oratorio a servizio dello slancio missionario della comunità, il Consiglio pastorale ha nominato al suo interno una Commissione che nei prossimi mesi studi approfonditamente la questione, tenendo presenti le realtà esistenti, i bisogni del quartiere, le possibilità di aggregazione e di formazione per ragazzi, giovani, famiglie e anziani, l’integrazione con gli altri spazi del quartiere come luoghi di missionarietà, l’interazione con i soggetti operanti in quartiere.