NOVENA DI NATALE – 18 dicembre – BEATI I MITI (Mt 5,5)

Guardiamo oggi alla tua mitezza, Signore-Bambino a Betlemme. D’altronde ce lo hai detto tu: «imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). Parola che usiamo poco, ‘mitezza’. I ‘miti’ sono per noi i personaggi famosi che fanno cose speciali. Ma cosa intendi, Signore, quando dici che tu sei un mite? Forse, mentre guardiamo il presepio, ci mostri la delicatezza dell’amore che accoglie, che abbraccia. La mitezza è certo parente stretta della povertà scelta e della forza nella afflizione. Tu, il re del mondo, accetti di essere uomo, completamente. E cioè di essere anche bambino, del tutto dipendente dalla mamma e dal papà, del tutto indifeso e bisognoso di protezione. Un bambino che si consegna nelle mani degli altri. Già: consegnarsi con tenerezza. Ecco la mitezza, espressione dell’amore.

Bello consegnarsi alla mamma e al papà con semplicità e fiducia. Facile.

Meno bello e meno facile consegnarsi con mitezza a chi ti fa del male. Lo farai, Signore? … sì, lo farai proprio. E anche qui ci spiazzi… Ma come cavolo hai fatto a metterti nelle mani di chi ti ha frustato, strappato la barba, denigrato, ammazzato? Come hai fatto a non rispondere per le rime?  Potevi incenerirli con lo sguardo! Come hai fatto a rimanere tranquillo come una pecora nelle mani dei suoi macellai?! Tu, il Signore del cielo e della terra, che testardamente rispondi al male con il bene, che non fai uscire dalla tua bocca e dalle due mani neanche l’ombra della violenza, della imposizione, della costrizione!

Il mondo, lo sai meglio di noi Signore, non è proprio così. Il mondo è dei violenti, dei furbi, dei ricchi, dei potenti. Sarebbe bello essere come te. Ma come facciamo? Come facciamo a stare con mitezza davanti a quelli che ci fanno arrabbiare, che ci maltrattano? Come facciamo ad insegnare ai nostri figli a non rispondere ai cazzotti con i cazzotti? Ma riconosciamo che è vero, Signore, la legge della violenza non funziona, non fa altro che ingigantire la violenza, aggiungendo dolore a dolore, paura a paura… Aiutaci a contemplare, aiutaci a capire: quando verrà il tuo regno, la terra, questa terra rinnovata, sarà dei tuoi amici miti. Intanto, proviamo a starci dentro come seme e come lievito del tuo regno.