Lunedì 27 gennaio il Consiglio pastorale parrocchiale, allargato a tutta la comunità, si è ritrovato per confrontarsi sulle collaborazioni pastorali, seguendo le indicazioni del vescovo Gian Carlo che ha invitato tutta la diocesi a riflettere sulla nuova geografia pastorale della Diocesi.
Ecco alcuni appunti di sintesi delle Riflessioni generali e delle Proposte concrete emerse.
1. Riflessioni generali
Vivere con rinnovata fiducia questo tempo, imparando dalla chiesa degli Atti degli apostoli, che avevano una fiducia incondizionata nello Spirito Santo. Questo cammino di riflessione comune è fonte di speranza per le realtà di parrocchie vicine più in difficoltà. Dobbiamo essere capaci di vedere i cambiamenti mettendoci in gioco e vedendo le opportunità di crescere! Sennò è inutile che ci troviamo a discutere… Non dobbiamo avere paura: se abbiamo paura non siamo salvati! Dobbiamo pregare tanto: lo Spirito ci guida e dobbiamo starne certi!
Chiesa ministeriale e sinodale. Siamo in periodo quasi da Sinodo diocesano: importantissima questa fase di riflessione e consultazione del Popolo di Dio, anche per evitare che soluzioni di unità pastorali vengano calate semplicemente dall’alto, provocando i disagi che l’esperienza recente ci mostra. Una opportunità per crescere nell’essere chiesa ministeriale: i ministeri laicali integrati con il ministero ordinato. Necessario continuare a corresponsabilizzare il laicato. Ci devono essere sia preti che laici perché la Chiesa sia matura. Come è la Chiesa che ha voluto Gesù Cristo? Bello rileggere gli Atti degli Apostoli: gli apostoli fondavano comunità e ordinavano i presbiteri che le seguissero!
Sensi di appartenenza. Necessario maturare di più il senso di appartenenza diocesana e di appartenenza al vicariato. Cresceremmo in comunione e corresponsabilità con le gioie e le sofferenze delle altre comunità, e sfrutteremmo meglio la ricchezza di proposte liturgiche e formative!Da mantenere per quanto possibile il livello della comunità parrocchiale. Ci sono realtà in cui ci siamo impegnati molto e che vanno conservate: prenderci una responsabilità più grande della parrocchia non ci deve far perdere la responsabilità per le cose più storiche (esempio della Festa di S. Agostino). Bisogna tenere presente che ci possono essere delle specificità di servizio pastorale in certe parrocchie o gruppi di parrocchie, che vanno mantenuti e valorizzati a livello vicariale o cittadino.
Confini e comunità eucaristica. Non piace la parola ‘confine’ che è divisiva. Si tratta di capire quale è l’utilità canonica delle definizioni dei confini parrocchiali. Importanza della ‘comunità eucaristica’: i discepoli che si ritrovano nella celebrazione che è fonte e culmine della vita pastorale anche se non risiedono nel territorio della parrocchia.
Salvati e in relazione. Parlare di unità pastorali ci aiuta a ridire la nostra identità di persone salvate. Che cosa vuol dire ‘parrocchia’? La nostra identità di cristiani non è quella di appartenere ad una certa parrocchia, ma quella di essere salvati dal Signore, riuniti attorno alla mensa della Parola e della Eucaristia. Bisogna smetterla di dire che se perdiamo la parrocchia perdiamo l’identità!
Le unità pastorali sono una cosa molto buona, e il parametro è vedere se ci fanno guadagnare tempo per le relazioni: tra preti che vivono una migliore suddivisione dei servizi, tra preti e laici. Come la genitorialità è nella fase del paradigma di Telemaco che aspetta il padre, e con lui la relazione e la legge (cf. la rilettura dello psicanalista Recalcati), forse anche la Chiesa è nella situazione in cui le viene chiesto di comunicare un ordine e soprattutto di offrire una intensa esperienza di relazioni buone.
Criteri & metodo. I vicariati potrebbero anche essere sostituiti da una serie di più opportune aggregazioni delle parrocchie in unità pastorali: evitare appesantimenti di strutture!
Bisognerebbe mettersi di più in ascolto delle esigenze della gente. Ad esempio per gli orari delle celebrazioni per gente fa i turni al lavoro.
Importanza della verifica comune delle esperienze.
Condivisione delle risorse economiche: sembra difficile. Ma dovrebbe essere come in famiglia e dovremmo camminare verso forme di unione delle risorse. La via è quella della condivisione delle iniziative pastorali: poi diventa più facile condividere anche le risorse economiche!
2. Proposte concrete
– Incontro tra i consigli pastorali del vicariato su tematiche particolari. Se ne è fatto uno l’anno scorso e ne è previsto uno per quest’anno il 19 aprile. Si può pensare di arrivare a farne un paio ogni anno: per la programmazione comune o per l’approfondimento di temi particolari.
– Scambio di presenze alla Messa con le parrocchie vicine, come abbiamo fatto con S. Francesca Romana, con un reciproco scambio di doni
– Trovare il modo di comunicare di più le iniziative delle parrocchie vicine! Forse facciamo tante cose ‘replicate’, che si potrebbero fare insieme con meno dispendio di energie e più rete di relazioni.
– Catechesi. C’è la ricchezza della esperienza di catechesi famigliare da condividere. Formazione comune dei catechisti: occasione di conoscenza reciproca e di formazione. Anche la collaborazione tra educatori ACR e giovanissimi può essere arricchita. Devono proprio esserci due piccoli gruppi ACR distinti? Le difficoltà logistiche di trasporto dei ragazzi possono essere facilmente superate. Si potrebbe almeno proporre di vivere qualche momento comune durante l’anno tra gruppi delle parrocchie vicine. Ad esempio una giornata di festa di tutti i ragazzi…
– Iniziative comuni di formazione, specie su temi etici ‘spinosi’ (aborto, omogenitorialità, eutanasia…): in parrocchia non siamo riusciti ad affrontarli e la dimensione vicariale può aiutarci proponendo incontri insieme su queste cose.
– Gruppo incontro con i musulmani: potrebbe essere vissuto insieme alle altre parrocchie del quartiere che hanno una significativa presenza di stranieri.
– Attenzione ai poveri: scambio di informazioni sulle problematiche e di modalità di azione con le parrocchie del quartiere
– Iniziative di ‘ponti sui confini’, per evidenziare il legame con i territori parrocchiali vicini
– Incontrare le comunità ecclesiali orientali e i loro pastori
– Collaborazione con la vicina parrocchia di S. Giacomo all’Arginone, che vive come noi il problema delle ragazze di strada.
– Collaborazione più naturale sembra con la parrocchia del Corpus Domini (in realtà le due comunità sono in grande osmosi di vita civile) e di Chiesuol del Fosso