15 SETTEMBRE Ore 16 – 19 in Oratorio
Sono invitati tutti i giovani e gli adulti della comunità per programmare insieme il nuovo anno pastorale
È un momento bello e importante di dialogo e di corresponsabilità nell’ascolto di ciò che lo Spirito desidera per noi, assieme al Consiglio pastorale parrocchiale.
Metteremo a punto gli elementi essenziali della vita comunitaria, secondo gli orientamenti della riunione dello scorso giugno:
- le modalità di un ascolto assiduo e comunitario della Parola di Dio,
- la nostra comunità in uscita nel quartiere,
- la tessitura di relazioni buone tra i giovani e gli adulti della comunità,
- l’adesione al programma diocesano sugli stili di vita,
- la possibile traccia degli Atti degli apostoli…
Per prepararsi, è bene tenere presente la presentazione che il vescovo Gian Carlo ha del programma pastorale diocesano:
Chiesa & Sinodo
Card. Martini, nell’omelia del ’93 per l’apertura del sinodo diocesano: Non pretendiamo altro dal Sinodo, chiediamo di essere semplicemente vangelo, chiesa che riflette Gesù ed offre la vita per il bene dei fratelli. No proselitismi o riconquiste o influenza sociale o culturale: ci basta vivere e sentire il vangelo, anima delle nostre assemblee, ispiratore dei nostri ordinamenti, riferimento della nostra organizzazione. Dare la vita per amore del popolo.
Quando si parla di sinodo, si parla di un modo di camminare in compagnia del Signore. È un modello di stare in compagnia di Gesù come Chiesa. Non è dimenticare la centralità della fede! Vogliamo adeguarci a questa storia che è la storia di Gesù!
Siamo partiti in questi anni dal vangelo dell’anno (Marco e Luca, l’anno prossimo Matteo) per stare con Gesù.
La sinodalità deve partire sia dal basso (dal nostro impegno e dalle nostre strutture) che dall’alto (dalla Parola e dal Sacramento). Spesso i due livelli non sono sintonizzati…
Continuità pastorale.
Avete fatto bene a sottolineare la discontinuità degli espiscopati… Credo che tutti i vescovi hanno avuto al centro la Parola e il Sacramento, pur con attenzioni diverse anche a seconda dei pontificati. Il Magistero ci aiuta nei momenti della storia ad illuminarci per leggere il vangelo nella vita della Chiesa
Fin dall’inizio, ho cercato di entrare in un percorso spirituale di Chiesa. Si veda il profilo di Samaritani. Al centro ci sono due testimoni: la figura di Maria e la realtà della Croce. Hanno informato la realtà e la spiritualità della nostra Chiesa. ‘Sotto la croce con Maria’ può essere l’espressione sintetica di questa spiritualità.
Dobbiamo fare in modo che il liber pastoralis (Direttorio) uscito dal Sinodo sia riferimento per le nostre scelte: si parte da quello, e se qualcosa non c’è lo si precisa!
Bisogna stare sempre dentro ad una mentalità di cammino di Chiesa.
Anche il cammino che stiamo facendo, obbedisce a quello che il Papa ha indicato a tutta la Chiesa italiana: rileggere EG e farla diventare uno strumento importante per comunicare la gioia del vangelo. Il vangelo non è un libro tra gli altri, ma è ciò che ha cambiato e cambia la vita delle comunità.
‘Somatizzare’ Evangelii Gaudium! Cambiare la vita e cambiare la organizzazione della Chiesa, sotto la Parola e sotto il Sacramento.
L’itinerario degli ultimi due anni…
Ci siamo soffermati due anni fa sui volti di Chiesa che EG ci ha suggerito (ascolta, cammina, cambia le strutture, è santa…): sono stati elementi importanti.
Quest’anno ci siamo esercitati nella comunione e corresponsabilità. Non bastano le parole: devono diventare ‘esercizio’. Gli strumenti che ci siamo dati sono in ordine a questo. E anche la ripresa ad esempio delle Giornate del laicato, per allargare il concetto di ministerialità laicale all’interno delle nostre comunità.
Niente senza consultazione
Il tema della consultazione è importante all’interno della Chiesa. Nessuna decisione venga presa senza ‘consultare’. Il primo elemento centrale non è la decisione, ma la consultazione. Non decidere nulla senza consultare! Il vescovo è su tante cose esplicitamente obbligato a consultarsi. La consultazione deve diventare sempre di più un metodo!
Consapevolezza che c’è un ‘sensus fidei’ che aiuta a non perdere di vista ciò che è essenziale.
Gli organismi nelle parrocchie piccoli o grandi hanno questo senso: nulla senza consultazione!
Cf. EG 31: Il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l’ideale delle prime comunità cristiane, nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un’anima sola (cfr At 4,32).
Perciò, a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza semplice e misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro e – soprattutto – perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade. Nella sua missione di favorire una comunione dinamica, aperta e missionaria, dovrà stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico e di altre forme di dialogo pastorale, con il desiderio di ascoltare tutti e non solo alcuni, sempre pronti a fargli i complimenti.
Ma l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti.
La prima comunità (vedi gli Atti degli Apostoli!) è la ‘forma formante’ della Chiesa!
La forma della parrocchia attuale di fatto non ci permette di arrivare a tutti! E non andiamo verso le unità pastorali solo per pagare più facilmente le bollette!
Il Signore non abbandona mai la sua Chiesa, e la Chiesa non va mai alla deriva. Se qualcuno lo pensa, è fuori dalla fede: “sarò con voi fino alla fine del mondo”.
Dobbiamo piuttosto conformare le nostre energie di testa e di cuore alla esigenza della fede, in modo da essere meglio al servizio della Parola.
L’azione missionaria è il paradigma della forma della Chiesa e di ogni sua dimensione. Tutto quel che facciamo (nella liturgia, nella catechesi e nella carità) è per far dire a tutti: qui c’è qualcosa di straordinario!
Se è vero il tono evangelico e lo slancio missionario, dobbiamo essere più uniti e solidali. Nella condivisione la comunione e la corresponsabilità hanno uno strumento fondamentale. Ma se settanta parrocchie non pagano il moderatum tributum… La comunione deve sostanziarsi sul piano organizzativo! Certo poi la Curia deve decidere di gestire bene le risorse, ed essere al servizio del vescovo e delle linee pastorali unitarie.
Terzo anno: una Chiesa Sacramento attraverso gli stili di vita
Nel terzo anno, qual è la parola che ci può guidare? Una chiesa Sacramento.
Il Sacramento non ha valore per se stesso, per la materia in sè: è importante per la ‘forma’ e perché ogni Sacramento realizza la grazia e la presenza di Dio fino alla fine del mondo. Sono sette luoghi certi della presenza di Dio! Poi ci possono essere altri luoghi, ma in questi sette c’è la certezza.
La Chiesa Sacramento è importante per la trasparenza con cui riesce a regalare la presenza del Signore che cammina con noi, ci sana, ci perdona, si rende presente a tavola, fa diventare due persone un segno del suo amore, fa diventare un uomo con i suoi limiti ordinato alla vita di una comunità.
Riflettere sulla sacramentalità della Chiesa è importante, ma evitando di fermarci ad una affermazione teologica.
Riflettiamo su questo attraverso gli stili di vita, che assieme agli esercizi di comunione sono importanti per la sacramentalità.
Gli stili di vita sono tanti e diversi. Fino al Concilio erano piuttosto standardizzati (sposi, consacrati, preti e vescovi). Il Concilio ha indicato di recuperare il diaconato come elemento permanente. Sul diaconato però dobbiamo ancora riflettere: che figura è? Un sacrestano, un operatore sociale…
La vita consacrata vive un momento da una parte di debolezza e fatica per la diminuzione del numero delle consacrate e il loro invecchiamento (su duemila suore della carità, ottocento anziane…).
Ma ci sono anche esperienze di nuove forme di consacrazione: ad esempio i Ricostruttori, come via di consacrazione che ha varie forme al suo interno (donne, uomini, sposi, preti). Uno studio dell’Urbaniana evidenza che le forme di consacrazione nate dopo il Concilio sono dieci volte di più rispetto al periodo considerato d’oro dell’Ottocento!
Le vocazioni al sacerdozio in Italia son tornate ad aumentare… ci sono tanti preti fidei donum che arrivano in Italia…
Il tema della ministerialità laicale è importante! Il problema non è questione di chierichetti o chierichette: c’è in gioco l’actuosa participatio! Nella celebrazione c’è un ruolo importante per tutti!
Il confronto su queste cose deve avvenire a livello di parrocchie, di vicariato e di diocesi: bisogna riflettere molto sul valore di ogni forma individuale e associata di vita cristiana.
La Chiesa preferisce (senza escludere nessuno) l’Azione Cattolica, perché ha fatto la scelta fondamentale di servire la Chiesa nel suo programma pastorale!
L’AC non è obbligatoria per i laici, ma per i preti!!! Sono parole molto importanti! Dentro a una parrocchia o nella realtà diocesana non possiamo non favorire questa realtà! La scelta religiosa dell’AC è tutt’altro che il disimpegno sociale e politico… Bachelet è stato ammazzato!
E così si devono valorizzare le altre forme di aggregazione laicale, ognuna per le sue caratteristiche.
Vangelo secondo Matteo
Costruito su cinque grandi discorsi. Discorso sul monte, le beatitudini (Gaudete et Exsultate!). Discorso missionario. Discorso del regno, in parabole (valore delle immagini!). Discorso ecclesiale (Chiesa sacramento del regno nel cammino della storia). Discorso escatologico.
Fare in modo che questi discorsi siano tenuti presenti all’interno dell’anno liturgico (es. Quello escatologico per i morti) specie nei tempi forti. Fare in modo che la Parola ci aiuti a riorganizzare il nostro annuncio, la nostra celebrazione e la vita personale e comunitaria.
Il battesimo
Il nostro ingresso nella Chiesa passa attraverso il battesimo, sorgente dello stile di vita cristiana. Prima ci sono i cristiani. Poi ci sono le varie forme. La priorità dell’esperienza di fede è fondamentale. Moioli: per un prete il primo aspetto importante è che sia un credente! Chi diventa prete, o suora, o sposo… è un credente?!?
Prima c’è il battezzato e poi l’inviato! Forma di vita battesimale!
Solo l’amore è credibile (Balthasar): il battesimo e la scelta battesimale è alla base prima di ogni differenziazione che possiamo avere.
Gli stili di vita
Il laico nella chiesa e nel mondo (cf. AA, CL)
Vita matrimoniale
Vita sociale
Dolore e sofferenza
Vita ecclesiale
– Focalizzazione dell’AC come uno dei luoghi importanti (non l’unico) attorno a questo.
– Lazzati: una figura che ci può dare l’equilibrio di un laico nella missione della Chiesa e nel mondo!
Il presbitero (PO)
Vescovo e preti
Omelia e predicazione
La visita
La penitenza e l’eucaristia
Il dialogo come stile (niente senza consultarsi)
Cura delle vocazioni
Ritorno del diacono nella comunità
– Luogo importante è il Seminario di via Fabbri (luogo di formazione, di studio, di incontri della PG), la Propedeutica e il Seminario regionale.
– Mazzolari: Preti così.
I Consacrati (PC)
Vita monastica e claustrale
Vita apostolica: azione e contemplazione
Questione dei consacrati anziani
Partenze e arrivi
– Monasteri: luoghi che respirano questo carisma come dono per la chiesa (come tener vive le esperienze anche quando i consacrati se ne vanno?)
– Edit Stein
Questi stili di vita si incontrano tutti nell’unica tavola della eucaristia.
L’anno 2020/2021 sarà dedicato alla Eucaristia!!!
Poi tre anni di visita pastorale come apertura alla missione.
Chiusura con un atto di affidamento a Maria (centenario dell’Aula Regia)