È domenica. Dopo la colazione, durante la quale salutiamo cordialmente mons. Laszlo, ci prepariamo per la S. Messa, nella cappella del Seminario. Don Levente ci descrive gli affreschi della parete di fondo e ci racconta brevemente la storia del cardinale Mindszenty, primate di Ungheria nel dopo guerra, arrestato e torturato dai comunisti, partecipe della rivoluzione del ’56 e poi confinato per vent’anni dentro all’ambasciata statunitense di Budapest. Per un accordo tra Ungheria, Santa Sede e Stati Uniti, potè lasciare Budapest e dedicare gli ultimi anni della sua vita alla cura dei connazionali sparsi nel mondo.
Dopo la Messa salutiamo don Levente e ci avviamo verso Budapest: un’oretta e mezza di viaggio tranquillo, senza tanto traffico. Entriamo facilmente nella città, cui ci si avvicina passando da distese disabitate a questa concentrazione fortissima di abitazioni. Ben presto si arriva al Danubio, e lo si costeggia per arrivare al centro, mentre pian piano compaiono nella loro mole solenne il palazzo reale e il parlamento, adagiati accanto al placido ed enorme fiume, sulle cui acque si muovono dolcemente battelli giganteschi carichi di turisti. Decidiamo di iniziare a visitare Buda, che sta sulla parte destra del Danubio: è la parte più antica della città, arroccata su una lunga collina, che va dal palazzo reale a quello dell’Archivio. La famosa chiesa di Mattia è la prima meta, accessibile dopo un po’ di coda. Gli interni gotici stracarichi di decorazioni mostrano la storia importante di questa chiesa così cara agli ungheresi. Fuori, verso il Danubio, è protetta dal Bastione dei Pescatori, una elegante tratto delle mura, che è anche un interessante punto panoramico sulla città che se ne sta lì sotto, inondata dalla luce del sole nella sua bellezza antica, recuperata dai lavori di restauro degli ultimi decenni.
Consumato il pranzo in un ristorantino del vecchio quartiere, continuiamo a passeggiare per Buda e a godere degli scorci belli degli edifici caratteristici. L’alta Torre di Maria Maddalena ci attira con il suo concerto di campane. È l’edifico gotico più antico di Budapest: se ne sta quasi a guardare la città dal punto più alto della collina.
Ma è già ora di tornare al pulmino e per avviarci a Esztergom. Un’oretta di viaggio in un paesaggio ora collinare ci porta alla antica capitale della Pannonia, anch’essa sul Danubio, al confine ora con la Slovacchia. Ad accoglierci festosamente presso la parrocchia di San Giorgio c’è un altro don Laszlo, che parla un po’ di italiano, ma è con Gabriella, una simpatica e determinata parrocchiana che vive a Montreal e che si fa intendere bene con l’inglese. Per l’accoglienza dobbiamo scegliere tra un bicchierino di vodka e uno di amaro Unicum…
Ci sistemiamo e consumiamo la cena che Gabriella ha preparato: gulash per tutti.
Ci sta una passeggiata all’imbrunire lungo la sponda del Danubio, sotto lo sperone di roccia che ospita la maestosa basilica e l’antico palazzo reale, finché si fa notte e siamo stretti fra le luci suggestive che si specchiano sulle nere acque del fiume.
La compieta sotto nel cortile della parrocchia conclude la giornata, sotto un bel cielo di stelle.