Commento al Vangelo del 16 giugno 2019.
Celebriamo oggi in modo particolare la Trinità. Sempre si celebra la Trinità! Ma la Chiesa, per educarci a questo mistero, vuole dedicare oggi una attenzione speciale alla bellezza del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che riversano il loro amore su di noi… Che mistero grande… Non finiremo mai di contemplare (e tantomento di comprendere) l’enormità dell’amore della Trinità, dei rapporti fra le persone divine, del loro operare in unità perfetta la nostra salvezza… La festa di oggi ci richiama ad un atteggiamento di ricerca, di santa curiosità, di desiderio. È anche questo una espressione dell’amore: anche se non conosciamo ancora perfettamente il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, almeno ci rimettiamo continuamente sulle loro tracce, cercando di assimilare ciò che il Signore e lo Spirito ci dicono specialmente con la Parola. Agostino, che è il grande maestro di questo atteggiamento di ricerca e di contemplazione, ci suggerisce oggi questa bella preghiera:
«Signore nostro Dio, crediamo in te, Padre e Figlio e Spirito Santo. Perché la Verità non avrebbe detto: Andate, battezzate tutte le genti nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28, 19), se Tu non fossi Trinità. Né avresti ordinato, Signore Dio, che fossimo battezzati nel nome di chi non fosse Signore Dio. E una voce divina non avrebbe detto: Ascolta Israele: Il Signore Dio tuo è un Dio Unico (Dt 6, 4), se Tu non fossi Trinità in tal modo da essere un solo Signore e Dio. E se Tu fossi Dio Padre e fossi pure il Figlio tuo Verbo, Gesù Cristo, e il Vostro Dono lo Spirito Santo, non leggeremmo nelle Sacre Scritture: Dio ha mandato il Figlio suo (Gal 4, 4; Gv 3, 17), né Tu, o Unigenito, diresti dello Spirito Santo: Colui che il Padre manderà in mio nome (Gv 14, 26) e: Colui che io manderò da presso il Padre (Gv 15, 26). Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede, per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso di potere, ti ho cercato ed ho desiderato di vedere con l’intelligenza ciò che ho creduto, ed ho molto disputato e molto faticato. Signore mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa’ sì che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre la tua faccia con ardore. Dammi Tu la forza di cercare, Tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Davanti a Te sta la mia scienza e la mia ignoranza; dove mi hai aperto, ricevimi quando entro; dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa’ che mi ricordi di te, che comprenda te, che ami te. Aumenta in me questi doni, fino a quando Tu mi abbia riformato interamente» (De Trinitate 15, 28, 51).