Una settimana di ‘spettacolo’

Commento al Vangelo del 14 aprile 2019.

Che bello vivere anche quest’anno la Settimana Santa! È un dono grande che il Signore ci fa, nella sua Chiesa: siamo i suoi discepoli, onorati di essere stati salvati da Lui, acquistati al caro prezzo del suo sangue. Siamo il suo Popolo, uomini e donne legati dal vincolo d’amore del Padre, reso manifesto e certo nella Pasqua del suo Figlio.

Parlando della crocifissione di Gesù, Luca parla  di «tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo» (23,48). Sì: dice proprio ‘spettacolo’, letteralmente ‘theoria’, cioè una cosa assolutamente da vedere! Stiamo dentro alla storia della passione, morte e risurrezione del Signore come una esperienza da vedere oggi, da conoscere e sperimentare oggi, insieme: celebrare la Pasqua non è semplicemente raccontare un evento del passato, ma viverla oggi come un dono che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci stanno facendo, nella bellezza delle parole e dei gesti della Liturgia. È nella liturgia infatti che ascoltiamo e tocchiamo veramente il Signore nella sua ultima cena (il giovedì) nella sua Passione e morte (il venerdì e il sabato), nella sua meravigliosa risurrezione dei morti (nella Veglia Pasquale).

Viviamo dunque una settimana di stupore e di risveglio della nostra fede, così a rischio per la stanchezza o l’affanno delle tante cose da fare. Vogliamo viverla presentando davvero al Signore la nostra fragilità e la nostra morte e il nostro peccato. Il Figlio di Dio è veramente morto e risorto per noi e non vogliamo che la cosa ci scivoli via nella superficialità.

Viviamo una settimana di passione. Con questa parola indichiamo la sofferenza atroce del nostro Signore, preludio della sua morte. Ma indichiamo anche il suo atteggiamento profondo nei nostri confronti: il suo cuore è appassionato, pieno di amore viscerale per ciascuno dei suoi figli. E indichiamo pure (almeno lo vorremmo) il nostro amore appassionato per lui: ci piacerebbe vivere a nostra volta per lui inchiodato sulla croce e risorto un desiderio intenso di amore e di affetto, una scelta di riconoscenza e di dedizione profonda, una umile restituzione del dono immenso e vero dal quale ci sentiamo raggiunti e travolti.