Chi è Gesù?

Commento al Vangelo del 12 agosto 2018.

Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù continua a dialogare e discutere con i Giudei, e a generare sconcerto e interrogativi (Gv 6,41-51). Effettivamente, la sua identità è un problema. Per tutti. Ci siamo chiesti, la settimana scorsa, perché cerchiamo Gesù. Ora dobbiamo porci, assieme a quei giudei, una domanda ancora più profonda: chi è Gesù? E lui ci aiuta, anche con questo brano, a cogliere qualche tratto fondamentale del suo essere. Solo conoscendolo lo si può infatti amare e seguire!

Gesù si definisce nella relazione con il Padre. Gli viene sempre spontaneo. Non può e quindi non riesce a pensare se stesso se non nella comunione con Dio, di cui è il Figlio. Per noi di solito è diverso. Il riferimento ai nostri genitori è piuttosto relativo, e crescendo cerchiamo gli spazi della nostra autonomia per affermare la nostra identità. Autonomia anche dai genitori, che specialmente nella fase della giovinezza è quasi una tappa obbligata. Per Gesù è tutto diverso. Non gli fa mai problema sentirsi guidato da suo Padre. Solo lui ha ‘visto il Padre’. E in vedere c’è l’accenno alla comunione e alla conoscenza piena. Non è un vedere superficiale, ma una indicibile possibilità di cogliere, di capire, di godere di tutta la persona del Padre, della sua forza e potenza, della sua sapienza, del suo amore. Il Padre non gli nasconde nulla…

Gesù si definisce come l’inviato del Padre. Da quella comunione piena è venuta fuori una iniziativa di movimento verso gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi. Gesù è il Dio che è, che era e che ‘viene’ continuamente. È perennemente, anche oggi, colui nel quale possiamo incontrare il Padre. Stupisce questa generosità di movimento verso di noi. Né il Padre né il Figlio si prendono ferie o pause, e questo è molto consolante per noi, così incostanti e bisognosi di salvezza. Accorgerci e sapere che Dio è un Padre e che si comunica sempre a noi con il volto e la parola amorevole e sapiente del Figlio è bellissimo e importantissimo. Se percepiamo lontananza di Dio, alla luce di questa parola di oggi dobbiamo dire che è un problema nostro: siamo noi che non ci accorgiamo o non vogliamo accorgerci di questa vicinanza dell’inviato del Padre. Specie nella Parola e nei Sacramenti della Chiesa.

Gesù è colui che comunica, rivela, spiega le cose di Dio. È tramite lui che noi siamo istruiti sulle cose più vere e profonde della nostra esistenza. È tramite lui che possiamo andare in profondità e capire che cosa stiamo a fare al mondo e come dobbiamo guardare a questo mondo, come dobbiamo stare in questo mondo.

Gesù è l’eterno che comunica la vita eterna. Continua ad insistere, il Signore, su questo. Nutrirsi di lui, significa partecipare di ciò che lui è, fare nostre le sue caratteristiche, e in particolare quella di vivere definitivamente, in una condizione di pienezza così bella che non possiamo neanche immaginarla. Conoscere lui significa non morire più. E questo ci costringe ancora una volta a fare una operazione di vocabolario. Ad esempio la parola ‘morte’ risuona sulla bocca di Gesù non certo come la cessazione della nostra vita, ma come il passaggio alla vita definitiva, fatta di una esperienza di amore indistruttibile.  Ancora, la parola ‘vita’: Gesù dice di essere ‘la vita del mondo’. Non si tratta del semplice esiste biologico, ma del senso più profondo dell’esistenza, che Gesù ha la pretesa di possedere e la generosità di donare.

Solo se sai che Gesù è il Figlio amatissimo dal Padre. Solo se ti ricordi che il Padre l’ha inviato proprio a te a vivere . Solo se ti rendiconto che questo Gesù ha la cosa più enorme che si possa pensare (una vita/amore definitivo) puoi decidere di seguirlo. Oggi.