I diciottenni della parrocchia vivono dal 9 al 14 luglio l’esperienza di un Campo all’Arsenale della Pace, a Torino.
9 luglio 2018
Tutti in stazione presto: il primo treno è prima delle sette… Persa la coincidenza a Bologna, il viaggio per Torino s’allunga e arriviamo all’Arsenale della Pace a metà pomeriggio, con un paio d’ore di ritardo sulla tabella di marcia.
Ci accoglie Veronica, che, fatti depositare i bagagli nelle stanze dell’Ospiteria (abbiamo i letti!), ci conduce per la grande struttura gestita dal Sermig. E intanto spiega. Un po’ parla della storia di Ernesto Olivero e dei suoi amici: una storia di fede e di concretezza d’attenzione verso i poveri. Un po’ parla, di luogo in luogo, di come il sogno di servizio missionario si è mano a mano trasformato in iniziative di aiuto di tutti i tipi, con una fantasia divina. C’è la zona dello smistamento degli abiti usati, l’arsenale della terra dove si tentano nuovi modi di coltivare fuori suolo, il laboratorio di restauro, la falegnameria, le aule per la scuola di italiano agli stranieri, il corridoio con gli ambulatori medici… Parla senza sosta e con entusiasmo, Veronica, giovane di Lecce ed è entrata nella Fraternità della speranza due o tre anni fa. Usa curiosamente il noi anche parlando delle cose di trent’anni fa.
Arriva velocemente il tempo della Messa, celebrata nella grande e bianca e moderna chiesa. Presiede don Andrea, della Fraternità. Una brevissima omelia, accompagnata da alcune immagini, per dire semplicemente che tutto è nato con l’Ultima cena di Gesù.
Incrociamo i gruppi presenti con noi all’Arsenale questa settimana. Vengono da Brescia, Rimini, Lodi, Treviso, Mestre, Genova… Centro trenta giovanissimi.
Dopo, la cena self service, ci si ritrova tutti nell’Auditorium. Anzitutto per una abbondante serie di istruzioni sulla sicurezza. Qui fanno proprio le cose fatte bene, e si capisce che ospitando migliaia di giovani, debbano star sul sicuro in tutto. È giusto così: anche in questo l’Arsenale è una bella scuola.
Con Veronica e Rossana facciamo un ultima ora di incontro, assieme ad altri ragazzi. Ci si presenta e si ragiona un po’ insieme intrecciando i desideri per questi giorni e alcuni tratti delle esperienze dei vari gruppi. E ci si organizza bene per i prossimi giorni: sarà ogni giorno un giorno di formazione, di lavoro, di preghiera, di fraternità.