Ascoltatelo!

Commento al Vangelo del 25 febbraio 2018.

Nella seconda domenica di Quaresima contempliamo sempre l’evento della Trasfigurazione di Gesù (Mc 9,2-10). Il Padre svela a Pietro, Giacomo e Giovanni il volto glorioso del suo Figlio. Nemmeno dopo la risurrezione lo vedranno così. È una educazione lenta, quella degli apostoli, che per ora non capiscono cosa vuol dire ‘risorgere dai morti’. Intanto nel loro cuore è seminato qualcosa che fiorirà a tempo opportuno! Quello che devono fare subito, però, è detto chiaramente dalla voce del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!»

Ascoltare innanzi tutto è un’attitudine, è inclinazione verso l’altro, è disponibilità. Gesù in quell’istante non dice nulla: ascoltatelo vuol dire accoglietelo, ricevetelo in ciò che Lui è. Mettetevi in ascolto del mistero della sua meravigliosa persona.

Cosa ascoltare? Abbiamo provato a vederlo nella scorsa settimana di esercizi spirituali in parrocchia. Gesù offre la Parola del Padre in tanti modi. Anzitutto nella creazione, che è riflesso della sua gloria: in essa si rendono visibili «le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità» (cf. Rm 1,20). E poi si può ascoltare Gesù nelle parole degli altri, poiché ogni battezzato è un ‘profeta’ che parla in nome di Dio quando dice cose buone. Ancora, si può ascoltare la voce di Dio negli eventi: tutta la storia biblica è fatta di cose che sono accadute e sono rilette nella fede, ritrovandovi sapientemente il senso che Dio vi ha messo. La Pasqua stessa, centro della nostra fede, è un fatto, un avvenimento che ha cambiato la storia dell’umanità e del quale dobbiamo continuamente metterci in ascolto. Infine, e soprattutto, Dio ci parla nella sua Parola, quella scritta e quella predicata dagli apostoli: la Scrittura letta nella Chiesa illumina tutto, ed è un dono straordinario sempre a nostra disposizione e del quale anche in questa Quaresima ci vogliamo innamorare sempre di più. Specialmente nella liturgia, siamo consapevoli che quando leggiamo la Scrittura Dio ci parla in prima persona!

Come ascoltare? L’ascolto richiede esercizio e allenamento. Le nostre orecchie possono essere  intorpidite: possono anche sentire, ma non ascoltano. Il fatto è che non vi è fede che non conosca l’ascolto, un ascolto che va fino in profondità.

Il vero ascolto, poi, richiede che diventiamo sordi. Dicevano i Padri del deserto: «Sordo e muto l’intelletto nell’ora della preghiera». Per sentire veramente la voce del Padre bisogna silenziare le altre voci, gli altri rumori, interni ed esterni. Bisogna stare quotidianamente, almeno un poco, nel deserto e tornare all’essenziale, che è ciò che si gioca nel cuore. Bisogna che ci togliamo dallo stordimento delle cose da fare, da dire, da rincorrere. O, meglio, bisogna che quelle cose da fare e da dire, per essere autentiche, vengano decise nel silenzio del deserto. Altrimenti è molto difficile che siano cose ‘nostre’: piuttosto, rischiano di essere cose che vengono dalle nostre voglie, dalle mode, dai bisogni che schiavizzano. «Chi siede nel deserto custodire la quiete con Dio – dicono ancora i Padri del deserto – per è liberato da tre guerre: quella dell’udire, quella del parlare, e quella del vedere. Gliene rimane una sola quella del cuore».

È interessante: siamo nella società della comunicazione, e mai come ai nostri giorni, nella storia dell’umanità, ci sono state tante possibilità di comunicare in modo immediato e globalizzato. Eppure, a guardarci bene, scopriamo che proprio nella società della comunicazione c’è un deficit di ascolto. Siamo talmente indaffarati che non ci fermiamo nemmeno a salutare e ad ascoltare un poco i vicini del pianerottolo… Siamo talmente bombardati di notizie, che scivola via facilmente il tempo dell’attenzione. Fatichiamo talvolta a fare il passaggio dal titolo all’articolo, dal link sulla chat alla pagina intera. L’arte dell’ascolto è in questo senso un esercizio di resistenza: è necessario sceglierlo con forza.

Miglioriamo la qualità dell’ascolto. Non ascoltiamo solo con le orecchie,  ma anche con il cuore. Tendiamo a un ascolto profondo!

“Ascoltami. Ascolta il silenzio. Quello che ti dico non è mai quello che ti dico, bensì qualcos’altro” (Clarice Lispector, poetessa e pittrice ucraina-brasiliana).