Esercizi spirituali parrocchiali
21 febbraio 2018
Il fondamento è il nostro battesimo, che ci ha unito a Cristo sacerdote, re e profeta (vedi il rito dell’effetà). Ognuno di noi è quasi un sacramento della presenza di Dio e della sua Parola per gli altri. Ognuno di noi è partecipe della missione apostolica della Chiesa, dell’annuncio del vangelo nei rapporti interpersonali.
Come si gioca nella nostra vita concreta questa dimensione profetica?
Teniamo presenti due direzioni: gli altri sono profeti per me; io sono profeta per gli altri!
2Sam 12,1-12: l’esempio di Natan
1 Il Signore mandò il profeta Natan a Davide, e Natan andò da lui e gli disse: «Due uomini erano nella stessa città, uno ricco e l’altro povero.2Il ricco aveva bestiame minuto e grosso in gran numero, 3mentre il povero non aveva nulla, se non una sola pecorella piccina, che egli aveva comprato. Essa era vissuta e cresciuta insieme con lui e con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo seno. Era per lui come una figlia. 4Un viandante arrivò dall’uomo ricco e questi, evitando di prendere dal suo bestiame minuto e grosso quanto era da servire al viaggiatore che era venuto da lui, prese la pecorella di quell’uomo povero e la servì all’uomo che era venuto da lui».
5Davide si adirò contro quell’uomo e disse a Natan: «Per la vita del Signore, chi ha fatto questo è degno di morte. 6Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non averla evitata». 7Allora Natan disse a Davide: «Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: «Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, 8ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa d’Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi aggiungerei anche altro. 9Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l’Ittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. 10Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l’Ittita». 11Così dice il Signore: «Ecco, io sto per suscitare contro di te il male dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un altro, che giacerà con loro alla luce di questo sole.12Poiché tu l’hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole»».
– la immediata disponibilità di Natan al Signore (non è narrata, ma presupposta la sua intimità con Dio)
– la determinazione nel suo compito profetico
– la creatività del suo rivolgersi a Davide
– la capacità di rilettura della storia di Davide alla luce dell’opera di Dio
Am 7,10-17: l’esempio di Amos
10Amasia, sacerdote di Betel, mandò a dire a Geroboamo, re d’Israele: «Amos congiura contro di te, in mezzo alla casa d’Israele; il paese non può sopportare le sue parole, 11poiché così dice Amos: “Di spada morirà Geroboamo, e Israele sarà condotto in esilio lontano dalla sua terra”». 12Amasia disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritirati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, 13ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno». 14Amos rispose ad Amasia e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
15Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele.
16Ora ascolta la parola del Signore: Tu dici: «Non profetizzare contro Israele, non parlare contro la casa d’Isacco». 17Ebbene, dice il Signore: «Tua moglie diventerà una prostituta nella città, i tuoi figli e le tue figlie cadranno di spada, la tua terra sarà divisa con la corda in più proprietà; tu morirai in terra impura e Israele sarà deportato in esilio lontano dalla sua terra»».
– la chiamata diretta di Amos da parte del Signore, indipendentemente dal gruppo sociale
– l’assenza di un qualsiasi tornaconto personale
– la scomodità di essere profeta del Signore
– la capacità di lettura della storia del popolo
– la resistenza e determinazione anche se è inascoltato e minacciato
Ef 4,25-32: le raccomandazioni di Paolo
25Perciò, bando alla menzogna e dite ciascuno la verità al suo prossimo (Zc 8,16), perché siamo membra gli uni degli altri. 26Adiratevi, ma non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, 27e non date spazio al diavolo. (28) 29Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano. 30E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. 32Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
– la motivazione di fondo è l’appartenenza reciproca, nell’unico Corpo di Cristo (cf Ef 4,1-16: «…allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo…»
– per essere linguaggio di Dio servono dei chiari no: alla menzogna, all’ira, al diavolo, alle parole cattive, all’asprezza, allo sdegno, alle grida e maldicenze
– dei forti e sereni sì: alla verità, alle parole buone, alla misericordia e al perdono
– bisogna, insomma, avere un cuore buono, un cuore ‘bonificato’ nel discernimento quotidiano alla luce dello Spirito Santo che continuamente opera.
Esercizio: tutti ci possono parlare di Dio, ma concretamente, nella cerchia delle persone che mi stanno accanto, chi devo ascoltare con più attenzione come voce di Dio? E per chi devo essere io per primo voce di Dio?
Testi utili:
Gc 3,1-12: sull’uso malvagio della lingua
Mt 18,15-18: la correzione fraterna
Tob 4,18-19: alcuni consigli di Tobi al figlio Tobia
Dn 13: la storia di Susanna, salvata da Daniele