Lettera all’Azione Cattolica Parrocchiale

Carissimi amici dell’Azione cattolica parrocchiale,

abbiamo vissuto insieme questa mattina la celebrazione eucaristica, nella solennità a voi tanto cara dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Dalla Parola che il Signore ci ha rivolto desidero trarre alcuni spunti per la nostra associazione parrocchiale, perchè sia presenza confortante e di sicuro fermento per tutta la comunità di S. Agostino.

Contemplare la bellezza. Anzitutto, il pensiero corre alla necessità del ringraziamento, suggerita da S. Paolo che all’inizio della sua lettera agli Efesini (1,3-6.11-12) esplode in un inno di benedizione a Dio Padre. Tutto viene da Lui, e specialmente la persona di ciascuno di noi, dono del «disegno d’amore della sua volontà». Siamo figli. Siamo eredi. Siamo benevolmente «scelti prima della creazione del mondo».

Viene da Lui il Signore nostro Gesù Cristo, del quale Paolo non riesce a non parlare in ogni riga: è «in Cristo» che il Padre ci ha benedetti e scelti, amati e gratificati, fatti eredi e predestinati. Una vocazione mozzafiato, la nostra: partecipare della bellezza del Figlio amato. Tutti i battezzati devono contemplare e quasi rimanere senza fiato davanti alla enormità della dignità di ogni persona umana. E i battezzati di AC possono diventare ‘specialisti’ in questa contemplazione,  Specialisti nella capacità di vedere in se stessi, e negli altri, e nella comunità e nel mondo le tracce del progetto stupendo di Dio. Specialisti nell’evidenziare sempre il bene, nel coraggio di richiamare l’instancabile iniziativa di Dio Padre che, di fronte alle nostre fragilità personali e alle schifezze che ci sono nel mondo, non si stanca mai di benedirci.

Mi piacerebbe che l’AC parrocchiale fosse sempre fatta di ragazzi, giovani e adulti che umilmente si distinguono per questo sguardo lietamente e incrollabilmente grato sulle persone. E per la crescente consapevolezza che il senso della nostra vita sta in una cosa assolutamente difforme e distante dalle logiche produttive ed efficientiste del mondo: «essere a lode della sua gloria»!

Lasciarsi fare. Il pensiero, poi, corre a Maria, che ‘è stata riempita’ dell’amore gratuito e personale di Dio: «Il Signore è con te!». A Maria che ‘si è lasciata riempire’ della grazia: in lei vediamo la pienezza di maturità di chi si lascia fare dal Signore. Una persona delicata, generosa, aperta. Una persona intelligente, paziente, ricca di interiorità. Una persona dentro alla storia, coraggiosa nella fede, pronta alle sfide della testimonianza, fin sotto la croce del suo Figlio e poi nei primi passi dell’avventura della Chiesa. Capace di accogliere lo Spirito Santo e di collaborare liberamente con Lui non solo per dare la forma umana al Figlio di Dio, ma anche e forse soprattutto per prendere lei la forma del suo Figlio, da vera discepola.

Prendere la forma di Gesù è il sogno che sta alla base del progetto formativo dell’Associazione: ‘Perchè Cristo sia formato in voi’. È un cammino che Maria ha vissuto custodendo la Parola e meditandola nel suo cuore, anche quando ha vissuto i momenti della incomprensione e della apprensione.

Mi piacerebbe che l’AC parrocchiale fosse sempre fatta di ragazzi, giovani e adulti che le inventano tutte per assumere la maturità umana e divina di Gesù, che risplende in Maria, appassionati per la propria crescita personale e la propria interiorità.

Il cammino della Chiesa (e questo si fa sempre più evidente) è un cammino ‘teologico’: la Chiesa non è solamente una organizzazione umana. È il Popolo che si lascia fare dal Signore, come Maria. Anche la nostra comunità parrocchiale vuole essere una comunità di discepoli missionari, che camminano insieme, cercando di capire dove il Signore ci vuole condurre. È chiaro, però, che non ci può essere discernimento comunitario nè cammino sinodale se non ci sono cristiani (e laici di AC) che personalmente e abitualmente vivono lasciandosi fare dallo Spirito del Padre e di Gesù Cristo.

Con grande ringraziamento a voi e al Signore.

don Michele