Occhi aperti !

Commento al Vangelo del 3 dicembre 2017.

Siamo in Avvento! Con una pazienza incredibile, la Trinità ci fa iniziare un nuovo anno liturgico: si ritorna quasi come al primo giorno di scuola. Lo facciamo volentieri, perché vogliamo essere veri discepoli (cioè scolari, gente che vuole imparare), mettendoci ai piedi di Gesù, il nostro Maestro. Abbiamo scritto sul nostro programma pastorale: «Essere discepoli è prima di tutto una questione di passività, nel senso che il primo ad agire è il Signore. Non noi abbiamo scelto Lui, ma Lui ha scelto noi». Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ci raggiungono sempre con il loro abbraccio e con la loro Parola nelle celebrazioni liturgiche, e specialmente nella Messa. Perciò rinnoviamo con curiosità il nostro desiderio e il nostro impegno di lasciarci condurre a ‘ri-studiare’ tutti i misteri della fede, di settimana in settimana, durante questo nuovo anno liturgico.

La prima parola che il Signore ci rivolge in questa scuola è ‘vegliate!’. Cioè tenete gli occhi aperti, non lasciatevi prendere dal sonno (Mc 13,33-38). Il contesto del brano evangelico è il discorso di Gesù che riguarda la venuta definitiva del Figlio dell’uomo. E cioè il senso ultimo della nostra vita. Verso dove andiamo? Qual è il senso ultimo del nostro vivere? A che cosa serve affannarci in tante cose ogni giorno? Che cosa ha veramente un significato eterno?

La risposta è nel Natale che ci prepariamo a celebrare: l’incontro con il Figlio di Dio che viene. Dio è venuto! Dio viene! Dio verrà nel momento conclusivo della nostra esistenza personale e nel momento conclusivo dell’esistenza del mondo così come è fatto adesso!

Chissà come sarà l’incontro definitivo, quando lo vedremo faccia a faccia, in tutta la sua bellezza e la sua gloria! Per adesso, il Figlio di Dio viene nell’umiltà: il Padre ha voluto così. Ha scelto la via della delicatezza, della tenerezza, della misericordia che quasi non si fa notare. Ha scelto l’umiltà del presepe, l’umiltà della crocifissione e della risurrezione, l’umiltà della Eucaristia e della testimonianza dei cristiani.

Per questo bisogna stare svegli, bisogna avere occhi aperti! Per notare la presenza di Dio e per vivere in comunione con lui bisogna vedere. Per vedere bene bisogna aprire gli occhi, ma anche evitare ciò che abbaglia: il Natale umile di Dio è quasi nascosto dal luccichio delle luminarie che lo strumentalizzano per motivi solamente commerciali… Dobbiamo seriamente andare in profondità nel tempo di Avvento per ‘vedere’ il Figlio di Dio.

Nella preghiera personale e famigliare potremmo proprio dedicare più attenzione a rileggere ogni giornata domandandoci: dove riconosco la presenza di Dio oggi?

E dopo aver visto bisogna decidere. Lo stile umile di Dio smuove davvero la nostra libertà e la nostra responsabilità. Dio non vuole degli schiavi che lo servono per obbligo: desidera che i suoi figli lo riconoscano e lo scelgano con amore e per amore.

Vegliamo, allora, mettendoci anche noi con semplicità a vivere bene il nostro cammino spirituale, personale e comunitario. Vegliamo insieme. Camminiamo insieme!

Per camminare insieme, in questo tempo di Avvento, ci possiamo aiutare in questi semplici modi:

– ogni domenica prendiamo il cartoncino che ricorda il tema settimanale, da appendere in casa (o fuori dalla porta di casa come piccola testimonianza)

– viviamo con fedeltà la preghiera personale e in famiglia (ogni settimana sul foglio parrocchiale è offerto qualche spunto)

– allestiamo in casa il presepe: è segno di fede e di contemplazione del Signore che viene nella nostra vita

– continuiamo a vivere l’attenzione ai poveri, sostenendo la S. Vincenzo con un po’ di spesa da portare all’altare la domenica.

– pensiamo bene ai regali di Natale: con uno stile di sobrietà, senza lasciarci irretire nella macchina commerciale del Natale (ad esempio non andando a far spesa la domenica…) e con l’attenzione ai più bisognosi.