Marcello Musacchi, diacono, direttore dell’Ufficio catechistico diocesano.
(Appunti non rivisti dall’autore)
Pregare è mettersi nella preghiera di Gesù, animati dallo Spirito di Gesù.
Spesso ci sembra di non avere tempo per pregare, interrompiamo la preghiera… Ci chiediamo se è abbastanza quel che facciamo. Eppoi spesso siamo distratti: siamo lì a dire delle parole, ma la testa è da un’altra parte.
La cosa più consolante è che Gesù prega sempre! E continua a pregare anche quando noi stacchiamo. Pregare, per noi, è metterci in questa corrente della preghiera di Gesù.
Niente di quello che facciamo esula dalla vita cristiana! Dal gesto più umile a quello più importante, tutto è vita spirituale.
Gesù prega in ogni momento della sua vita.
Prega nei momenti critici, come l’agonia nel Getsèmani, nella quale chiede al Padre se il percorso da fare sia proprio quello della croce, oppure prega sulla croce prima di morire…
Prega in tanti momenti del suo ministero, prima o dopo certi miracoli, o si ritira di notte a pregare, prega con stupore per la presenza del Padre che è all’opera…
Lo stile della preghiera di Gesù prevede una separazione: lasciare fuori quel che non serve al rapporto con il Padre.
Pregare è mettersi in una condizione filiale: sentirsi figli! Come va questo in voi?
Pregare significa ri-tarare la propria vita sul centro, su ciò che è veramente importante. Gesù non si lascia definire dalla gente nel suo essere Messia! Prima di pregare scaccia tutti gli idoli… comprese le idee che gli altri e il mondo hanno su di lui.
Per Gesù essere nella preghiera significa stare nella corrente del Regno, dell’amore del PAdre.
Nella preghiera Gesù vive da Figlio di Dio. Ed è una sfida per l’impero romano che considerava l’imperatore figlio di Dio!
Ma soprattutto l’essere Figlio di Dio è il dato centrale che definisce la persona di Gesù: il legame indistruttibile con il Padre.
Gesù spesso si ritira in luoghi deserti a pregare, in solitudine (deve spaventarci l’isolamento, non la solitudine): Mt 14,23, Mc 1,35, 6,46…
La preghiera di Gesù è semplice, non ostentata, personale: cf Mt 6,5-8, la preghiera chiudendosi in stanza…
La preghiera di Gesù è perseverante, anche nell’ora più insolita: cf. Lc 11,5-10, l’amico insistente. Tante volte non capiamo subito le cose della vita secondo il senso di Dio: si deve perseverare.
La preghiera di Gesù è carica di fede: Mc 11,23-24, «tutto quello che chiederete, abbiate fede di averlo ottenuto…»
Pregare con spirito di perdono: nella Messa questo ci è suggerito sia all’inizio, sia allo scambio della pace… Mt 5,23-24, «se presenti la tua offerta all’altare…».
E spesso quelli cui dobbiamo chiedere perdono sono i più vicini a noi…
La nostra è preghiera autentica quanto è preghiera da figli, nel Figlio. Ed abbiamo lo Spirito che grida in noi questa preghiera.
Gesù ci suggerisce anzitutto di occuparci delle cose del cielo: del Regno e della volontà di Dio. Solo se abbiamo le radici in cielo possiamo fare bene le cose della terra (condividere il pane e perdonare…)
La preghiera di Gesù si riassume bene nelle parole di Gv 17: la preghiera sacerdotale.
– Una preghiera di vittoria e di gloria, anche se attorno a sè ha solo un piccolo gruppo di persone…
– Anche la morte è un rendere gloria! La crocifissione è la manifestazione della gloria.
– È presente in modo quasi ossessivo il verbo ‘dare’, da cui si evince che noi siamo il tesoro di Gesù!!! Ci pensiamo? Siamo il tesoro che lui vuole dare al mondo!
– L’unità dei credenti! Che cos’è l’unità? In Gesù c’è l’unità, nel legame con il Padre e con noi. Per noi sembra un po’ lontana l’unità, anche all’interno della Chiesa.
In questo legame della preghiera tra il Padre e il Figlio c’è il nostro battesimo…