Giornata Mondiale della Gioventù – Cracovia 2016. 28 luglio.
Difficile dire la giornata di oggi. Gli occhi sono pieni delle desolate vedute dei campi di concentramento e di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau, che abbiamo visitato nel pomeriggio. La visita è stata commossa per tutti, mentre si camminava tristemente tra le lugubri baracche di Auschwitz I o ai bordi dello sterminato campo di Birkenau. L’introduzione era stata fatta in pullman: là non c’era bisogno di tante parole. Sarebbe bello trovare parole per raccontare l’esperienza. Ma ci sono biblioteche intere che la dicono in modo impareggiabile. A noi è meglio riservare il silenzio, mentre la testa e il cuore cercano di sopportare la lotta tra il desiderio di scacciare le immagini degli occhi e quello di tenerle davanti, di studiarle meglio. Tra l’illusione che non possa essere vero quel che è successo là e l’amara certezza che sta continuando a succedere un’esperienza analoga a tanti fratelli oggi nel mondo. Tra il desiderio di scacciare il ricordo e quello di tenerlo per farlo diventare una spinta alla responsabilità… Meglio tacere e decidere, come Maria, di custodire tutte queste cose meditandole nel cuore. Chè il mistero che fonda la storia, quello della Pasqua di Gesù, si è incarnato anche là e in quei luoghi di morte violenta si è ripresentata la passione del Signore, il Figlio di Dio fatto uomo fino alla morte, e alla morte di croce, per manifestare nel posto più impensabile, il buio del sepolcro e degli inferi, la misericordia del Padre. Forse fa più effetto meditare e contemplare la Pasqua qui, piuttosto che a Gerusalemme. Meglio tacere e decidere di darsi da fare per espandere lo scandaloso amore del Signore Gesù.
Amore di cui ha parlato questa mattina il vescovo di Bergamo mons. Beschi nella catechesi a Szczepanow (presso la Bella basilica dedicata a Santa Maria Maddalena e a San Stanislao, ma nella quale la fanno comunque da padrone papa Giovanni Paolo II e suor Faustino Kowalski). Una catechesi fatta, sotto un sole cocente, a partire delle domande di alcuni giovani emiliani e veneti, naturalmente sul tema della misericordia. Son venute fuori cose interessanti. Dagli appunti manoscritti: nel vangelo la misericordia ha a che fare con le viscere, ed è la disponibilità, si potrebbe dire, a riprendersi in pancia i problemi e soprattuto le persone, specie quelle problematiche. È la disponibilità a chiedersi: ma io posso diventare prossimo di qualcuno? Vivere la misericordia è entrare nel cuore di Dio, superare la dicotomia fra realizzare se stessi e mettersi a disposizione degli altri. La via in Dio è chiara, perché Dio è amore e la realizzazione di sè coincide perfettamente con il dono di sè, che Dio continua a fare. Dove sperimentare la misericordia di Dio? Soprattutto nella vita, leggendola nella dedizione delle persone che con pazienza ci accolgono e scommettono su di noi nella quotidianità…
Mons. Beschi ha presieduto la S. Messa a fine mattinata. Il cielo anche oggi si è coperto, proprio durante la Messa. E ha pianto abbondantemente dopo la visita ad Auschwitz…
La giornata si è conclusa, con un difficile ma piacevole cambio di registro, nella caserma dei vigili del fuoco di Borzecin, dove diverse delle famiglie che ci ospitano avevano preparato un’abbondante buffet di specialità locali. Rifocillati e svagati a sufficienza (con tanto di balli tra dame e cavalieri), ognuno ‘a casa’ propria.