Signore Gesù, sono qui, in un angolino della nostra bella chiesa di S. Agostino. Tu sei lì sull’altare, misteriosamente visibile nel Pane consacrato. Sei lì che splendi, che spandi silenziosamente il tuo amore. Non t’importa che la chiesa sia semideserta: chè stai accompagnando tutti, stai pensando a tutti i miei parrocchiani, li stai tenendo in vita, stai suscitando in loro una infinità di bene, nelle pieghe delle loro vite famigliari, nei rapporti che stanno accadendo dentro alle case di questo quartiere. Tu, che hai desiderato e desideri ardentemente mangiare la tua pasqua con noi, essere in comunione con noi.
Stiamo cercando di camminare, Signore. Di «camminare davanti a te», alla tua presenza. Quanto sei stato buono in quest’anno! Quante cose ci hai detto per educarci! Quante esperienze ci hai fatto fare nella vita di questa comunità che ami. Quelle parole che hai rivolto ad Abramo, nostro padre nella fede, ce le hai spiegate e rispiegate. E anche in questi giorni ci offri la tua presenza in modo evidente, per sostenerci nel nostro cammino. Sto pensando alla festa di Pentecoste, che quest’anno nella nostra parrocchia è Festa di Confermazione e Festa di Comunione. Sto pensando ai ragazzi nei quali tu confermerai il dono del tuo Spirito, che già li ha impregnati nel battesimo. Quanto sei fedele, Signore! E generoso. Tu e il Padre, infinitamente legati dall’Amore, ci volete donare il vostro stesso Spirito, per farci vivere come voi! Se capissimo bene questo dono! Se capissimo bene che ci volete divinizzare, che volete far risplendere la vostra gloria sul nostro volto! Che volete fare di noi, e in particolare di questi ragazzi, dei capolavori di maturità, di gioia, di forza, di sapienza! Delle persone nuove, perché voi sapete fare nuove tutte le cose.
Eppoi penso, Gesù, ai ragazzi che ti riceveranno per la prima volta nel Sacramento dell’Eucaristia. Un dono spropositato. Nella tua obbedienza al Padre che ci ama, non solo hai accettato volentieri di farti uomo, non solo hai accettato volentieri di condividere tutto della nostra vita (certo, eccetto il peccato: sennò chi ci avrebbe salvato?), non solo ti sei umiliato fino alla morte (e alla morte di croce): risorto dalla nostra morte, potevi mostrare la tua onnipotenza in modo spettacolare, ma hai preferito farti pane e vino, per nutrirci e darci la tua gioia. Perché la tua è una onnipotenza d’amore che si manifesta nella delicatezza, nella tenerezza. Ora ti vuoi mostrare così. So che verrà il giorno della tua venuta nella gloria, ma ti ringrazio perché ora ti fai vivo con questa semplicità. Alle volte vorrei che tu fossi più ‘rumoroso’, più evidente, più ‘convincente’, ma vedo che non ti schiodi dallo stile del servizio, della lavanda dei piedi. Tu che reggi il mondo, tu che con il Padre tuo e lo Spirito Santo tieni in vita l’universo e dai il respiro ad ogni essere vivente, rivolgendoti a noi sei quasi un mendicante d’amore, bussi alla nostra porta sperando che noi decidiamo di aprirti…
Ti prego per i ragazzi che ti mangeranno: fa’ che rimangano affascinati dalla tua persona. Ti prego per i ragazzi che saranno profumati del tuo Spirito: fa’ che diventino persone in gamba, capaci di affascinare gli altri con la testimonianza della loro vita.
Ti prego anche per me, Signore, e per don Francesco: fa’ che siamo preti secondo il tuo cuore. E ti prego per tutta questa tua comunità parrocchiale. Per tutti e per ciascuno: fa’ che camminiamo in una vita buona, fa’ che ci svegliamo e ci accorgiamo che tu ci sei e cammini davanti a noi
Don Michele