Esercizi spirituali: la figura di Gesù

Gli esercizi spirituali parrocchiali sono predicati quest’anno dal p. Tiziano Pegoraro, rogazionista e parroco del Corpus Domini. Gli esercizi si tengono dal 15 al 19 febbraio, dalle 9 alle 10.30 oppure dalle 21 alle 22.30 in parrocchia.

1. La figura di Gesù.

L’uomo non vive soltanto di pane, ma di ogni parola che viene dalla bocca di Dio’. In questo corso vogliamo nutrirci del pane sostanziale, che porta veramente la vita! Il Pane della Parola e della Eucaristia comunica davvero la forza di Dio e ci fa crescere.

Allontanandoci dalla Parola di Dio rimaniamo nelle tenebre, nell’ignoranza, schiavi dei nostri vizi. Abbiamo scelto altri maestri che non ci hanno insegnato nulla di buono. Torna presto, Signore! Vogliamo goderti e ricevere il frutto che è la tua parola sempre viva.

‘Misericordiosi come il Padre’: faremo un itinerario sulla figura di Gesù, sulle Beatitudini, sulle parabole del buon samaritano e del padre misericordioso.

È lui che parla, che esprime le beatitudini (il primo discorso secondo Matteo). Ogni Scrittura parla di Gesù e va interpretata alla luce di Gesù e della sua vita.

Matteo 4,12-25

12Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, 13lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:

15Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti!
16Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta

17Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».

18Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

23Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Ogni evangelista ha colto Gesù con aspetti diversi: i quattro vangeli dicono l’unico Vangelo. Il volto di Gesù ricordato da Matteo è quello della continuità e del compimento dell’opera iniziata da Mosè. È Colui che è a capo di un popolo e ne è la guida. Scelto da Dio e inviato da Dio per compiere l’opera della salvezza. Ciò che Dio ha cominciato scegliendo Abramo e Mosè Gesù lo compie.

In Gesù c’è un travaso dalla salvezza dall’interno del popolo di Israele alle genti: Galilea, Decapoli, da oltre il Giordano… Gesù è capo di un popolo allargato, che contiene anche i pagani. Un passaggio importantissimo: per Israele, gli altri erano stranieri, non condividevano l’alleanza, l’unione stretta ed intima dell’alleanza.

Gesù, annunciato dal Battista, compare proprio nel momento dell’arresto di Giovanni. Lascia Nazaret e va a Cafarnao per iniziare la sua propria missione.

Perché Cafarnao? È una bellissima città sul lago di Tiberiade, dove abitava Pietro. È nel territorio di Zabulon e Neftali, la parte di frontiera a nord della Galilea. Al confine con i territori pagani. ‘Galilea delle genti’ vuol dire luogo circondato dai popoli pagani.

Gesù va in un luogo dominato dalla tenebra e dalla morte. All’interno di questo popolo sorge una luce, che è Gesù. Gesù va abitare là dove c’è la tenebra, il dominio del male! Morte e tenebra sono infatti simbolo del peccato. Vediamo l’affetto, l’amore, l’interesse di Gesù, che sceglie esplicitamente questo luogo: sa di essere la luce e di portare Dio e la sua grazia, la sua misericordia.

Sono tenebre dalle quali le persone non si possono liberare! Erano abituati alle tenebre, a stare nel male, nella notte.

Gesù va a Cafarnao non per una semplice visita, ma per abitare, per stabilire la sua dimora! Non va per essere applaudito e acclamato… Sa di essere lui stesso la luce e la gloria, e vuole donarsi gratuitamente. La sua presenza a Cafarnao è totalmente gratuita.

Non era stato chiamato, e nemmeno si sono accorti della sua presenza.

Richiamo al comando di Gesù risorto prima dell’ascensione: andate in tutto il mondo! I discepoli continuano ciò che ha fatto Gesù fin dall’inizio, e rileggono le memorie di Gesù a partire da questo comando missionario.

Gesù cominciò a predicare. Il messaggio è anzitutto l’appello alla conversione! La luce che Gesù sprigiona è prima di tutto la conversione.

La conversione è un cambiamento di mentalità (metanoia): non è una questione fisica. La luce che è Gesù impone a noi un cambiamento di mentalità. Chi sta nelle tenebre non conosce la luce, non ci pensa. Per andare nella luce deve cambiare completamente mentalità!

È un cambiamento che ci porta a condividere la mentalità di Gesù. La conversione è un movimento che ci porta ad uscire dalle nostre strutture di pensiero, giudizio e affetto, per condividere i pensieri e i sentimenti di Gesù. Bisogna accogliere ciò che non è mio, accogliere una luce che non viene da me, ma da Gesù.

Il cambiamento di mentalità porta ad un cambiamento di orientamento della mia persona verso Gesù.

Tutta la predicazione di Gesù è condensata in queste prime parole di Gesù: convertitevi, il regno dei cieli è vicino. È il riassunto anche di tutta la predicazione della Chiesa.

Gesù dà agli uomini la possibilità di agire alla luce della verità, e non nelle tenebre dell’egoismo.

Il regno dei cieli è vicino!

Il regno non va pensato come territorio, ma come regalità: Dio viene come re, Dio è vicino, sta venendo nella sua realtà di re. Il riferimento è la regalità di Davide: la monarchia in Israele è un modo in cui Dio è presente e guida il suo popolo. Il re deve dare la vita per il suo popolo (infatti, ad esempio, guidava lui le battaglie).

Dio viene come unica guida e come colui che salva e protegge e dà il benessere al popolo. Dio è la vita del suo popolo.

La conversione è necessaria perché ora il potere è nelle mani di Dio: non siete più nelle tenebre. Se volete vita, convertitevi! Se non lo fate siete fuori dalla giusta direzione che il re dà, siete come foglie portate via dal vento (cf. Ger 3,12-13)…

Gesù è venuto per sottrarci dal male, per darci la sua parola di vita, per darci personalmente la sua vita!

Dopo aver proclamato il Vangelo, Gesù si mette in azione e chiama i primi discepoli.

Il vangelo secondo Matteo è il ‘vangelo dei discepoli’. Gesù non agisce mai da solo.

I discepoli sono i primi convertiti: ascoltano la voce e rispondono!

Anche per noi la conversione avviene ascoltando la voce del Signore e rispondendo e lasciando tutto.

I primi discepoli lasciano tutto: ciò che era essenziale nel regno delle tenebre non serve più nel regno dei cieli! Esempi: Francesco, Candia, Schewitzer, Agostino, Ignazio… Entrando nella luce si sono accorti che quel che era importante prima (l’avere, il successo, la carriera…) non è più importante.

Ciascuno di noi è inserito in Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni… Ciascuno di noi è inserito nella dinamica dell’ascolto di Gesù, che fa cambiare la prospettiva di visione sul mondo.

La seconda azione di Gesù è percorrere tutta la Galilea. Vuole portare la luce a tutti coloro che sono nelle tenebre e che sono malati.

Tre verbi  importanti al v. 23: insegnava, annunciava il vangelo del regno, guariva.

Grandi folle cominciavano a seguirlo: non solo da Israele, ma anche dai paesi stranieri e pagani. Tutta la terra, tutta l’umanità ha bisogno della luce che è Gesù.

 

Condivisione

Arrivare alla luce, convertirsi… è difficile! Molti di noi sono nati e cresciuti in una famiglia religiosa… la conversione è dura, avviene negli anni, dipende dall’ascolto, dagli esempio delle persone. Non arriveremo mai pienamente alla luce: è un cammino costante che dobbiamo fare nella nostra vita! Dobbiamo rinnegare noi stessi, mentre siamo sempre tentati e impauriti…

P. Tiziano. Il cammino di conversione è duro, è un combattimento. Si tratta di accogliere la luce che ci viene incontro! Dobbiamo avere coscienza del peccato, capire che siamo nel fondo del nostro male, e capire che la luce non viene da noi: ci è data dall’esterno. La conversione è prima di tutto una azione di Dio, una attrazione di Dio! Non è come una scalata che facciamo noi… è piuttosto diventare ‘concavi’, svuotarci per ricevere più luce possibile.

 

Questo cammino dura una vita intera… E se non ci riusciamo, nonostante la buona volontà?

P. Tiziano. Più ci si avvicina a Dio, più ci si rende conto che si ha bisogno di Dio e si ‘esige’ da Dio la grazia! La conversione è avvicinarsi a Dio, condividere i sentimenti di Gesù! Proviamo a farlo, anche se siamo ostacolati dalle nostre reazioni molto umane…
Teniamo presente che anche solo sentire il bisogno della grazia è già un passo del nostro camminare!
Le speranze di salvezza non sono riposte in noi. Non conosciamo l’opera di Dio nel cuore di ogni persona… In Gesù vediamo sempre una grande misericordia: Dio non vuole la morte di nessuno (nemmeno di Giuda).

 

Oggi siamo qui come parrocchia. Per la parrocchia quali sono le situazioni che riconosciamo come ‘Cafàrnao’? Sarebbe bello un progetto per individuare tutte le famiglie che hanno bisogno di luce e in qualche modo dividerci i compiti per la missione! La salvezza viene dal basso: ci vuole un movimento di pietà popolare, ci vogliono dei discepoli che vanno nelle varie Cafàrnao!

P. Tiziano. Missione è ‘andare verso’ qualcuno. Ma questo esige l’esperienza della luce! La prima forma di evangelizzazione è vivere la luce! Vivere bene l’esperienza comunitaria, assorbire la luce. Gesù ha prima di tutto chiamato i discepoli, ha fatto sì che accogliessero la luce. Accogliendo la luce diventiamo già missionari!
Poi la missione è ‘stare con’ le persone, vivere con loro per essere luce in mezzo a loro. Siamo portatori di luce. Ed è la luce che fa cambiare.
Non bisogna avere paura di parlare di Gesù, così come si riesce! Non è necessario essere professori di teologia. A convertire è la luce, è la fede. È la mia esperienza di luce, che traspare nel mio comportamento! È una grossa tentazione quella di pretendere di aver capito tutto per poi spiegarlo. È il mio vivere da discepolo che è già una predica. Si comunica quel che esce dalla nostra esperienza, pur limitata, di Dio.
Vedi il racconto della chiamata dei primi discepoli in Gv 1: un gioco di incontri e di testimonianza della propria esperienza.