Hai un appartamento sfitto?

Si è svolta venerdì 15 gennaio, nella residenza municipale, una conferenza stampa congiunta tra Comune di Ferrara e Diocesi di Ferrara. Al centro dell’incontro la presentazione di un appello rivolto ai proprietari di abitazioni a concedere appartamenti in comodato gratuito alle associazioni dell’accoglienza, a favore di famiglie in emergenza abitativa.

Per illustrare l’iniziativa alla stampa erano presenti l’assessora alla Sanità del Comune di Ferrara Chiara Sapigni, don Massimo Manservigi della Diocesi di Ferrara, la dirigente comunale Alessandra Genesini insieme a don Domenico Bedin presidente dell’associazione Viale K.

A fronte di tante case sfitte che non sono utilizzate, l’idea è quella di un appello alla città per un progetto condiviso che coinvolga i proprietari e permetta loro di fidarsi della proposta. Fidarsi vuol dire dare in comodato gratuito il proprio appartamento ad un’Associazione – tra una serie di associazioni che già collaborano con il comune e con i servizi sociali – per sostenere le famiglie in difficoltà.
Al momento si sono rese disponibili tre realtà associative più la Caritas – cioè di soggetti che stanno già facendo attività di affiancamento e di sostegno – si tratta di “Viale K”, “Filippo Franceschi” e “Nadija”. Si tratta di realtà già attente e operanti nei confronti dei nuclei famigliari che ora possono diventare il punto di riferimento per il proprietario, così da non obbligarlo a gestire direttamente problemi contrattuali, e di ogni altro tipo, con le persone che ci abiteranno.
La proposta ai proprietari è di un comodato di un paio d’anni in cui il Comune di Ferrara si impegna a ridurre la quota di tasse comunali sull’immobile. Per fare un esempio concreto: l’IMU del proprietario potrebbe vedere azzerata la quota comunale.
In questa stretta collaborazione con le Associazioni, come avviene già oggi, se potessimo avere a disposizione più appartamenti credo che potremo sostenere più famiglie.
Riguarda le famiglie residenti che hanno problemi di sfratto. Non riguarda anche i richiedenti asilo.

È un’iniziativa specificamente in favore di famiglie residenti che hanno problemi di sfratto non assistibile con l’emergenza del comune di Ferrara, o sfratti dall’edilizia pubblica perché con forti morosità. Le famiglie saranno affiancate e rese consapevoli di un progetto che le responsabilizza, quindi sapranno che sono in un appartamento dove non possono essere assistite per sempre, ma solo per un periodo; in questo tempo non pagheranno l’affitto mentre saranno a loro carico le utenze.

Questa proposta non riguarda i richiedenti asilo, che ad oggi hanno dei percorsi di accoglienza mirati in strutture comunitarie o comunque in appartamenti che si condividono con tante persone.

Abbiamo approntato anche alcune bozze di comodato che il locatore potrebbe utilizzare senza spese a suo carico, tuttavia se il proprietario ha un suo commercialista o immobiliarista di fiducia è libero di approntare il suo contratto di comodato. A fronte di tutto ciò, ripeto, chiediamo la disponibilità di almeno un paio d’anni perché effettivamente l’idea di liberare un appartamento dopo pochi mesi è improponibile e ci complicherebbe la vita, sapendo anche che le famiglie che inseriamo non sono troppo semplici, se no non avrebbero bisogno di questo tipo di sostegno. Pensiamo quindi ad un periodo che sia ragionevole: due anni. Questo anche perché non si può far beneficiare il proprietario di uno sgravio fiscale se poi, dopo pochi mesi, chiede di ritornare in possesso dell’uso dell’appartamento. Speriamo che non sia percepito come un vincolo troppo pesante.

Come si deciderà nella scelta degli appartamenti?
È ovvio che non può essere un automatismo, affinché non si inneschino aspettative infondate nei proprietari. Per esempio se offrono appartamenti piccoli o isolati e fuori dalla rete dei trasporti si procederà a valutazioni da parte di una commissione che a fronte di certi criteri seleziona le offerte.

Noi chiediamo il comodato gratuito perché non abbiamo le risorse per far fronte a questa esigenza in quanto il Comune di Ferrara sostiene già una spesa di duecentomila euro l’anno per gli affitti di chi ha ricevuto lo sfratto, integrando con duecento euro al mese per un massimo di diciotto mesi.

Possiamo dare qualche indicazione numerica: quante le famiglie coinvolte? Faccio un po’ fatica a stimare le famiglie che hanno bisogno di casa ma se parliamo di residenti posso dire che sono almeno una cinquantina le famiglie che necessitano di assistenza. Chiaramente si darà priorità alle famiglie con minori perché c’è una esigenza primaria di tutela dell’infanzia da garantire, ma non nascondo che i problemi riguardano anche persone singole o coppie di adulti, per cui l’appello al comodato è accorato, perché questo bisogno sta crescendo con l’aumento degli sfratti.

Per avere informazioni al riguardo, e per aderire all’appello?
Basta fare riferimento alla segreteria dell’Assessora Chiara Sapigni al telefono 0532 419685 o alla mail: patrizia.grandi@comune.fe.it