Commento al Vangelo del 24 gennaio 2016.
Ascoltiamo in questa terza domenica del tempo ordinario due brani del vangelo secondo Luca. Il primo è proprio l’inizio del racconto lucano (Lc 1,1-4): l’evangelista presenta il suo lavoro molto accurato di ricerca sulle circostanze della storia di Gesù, sottolineando l’importanza dei ‘testimoni oculari’ e indicando la finalità del racconto, che è quella di rendere solida la fede ricevuta. Luca scrive a un certo Teòfilo, il cui nome significa amato da Dio, ma anche colui che ama Dio. Ognuno di noi è ‘Teòfilo’! E la Trinità ha voluto farci dono dei racconti evangelici per avere accesso alla persona di Gesù, a quel che ha detto e fatto per noi, alla sua storia che c’entra con la nostra storia! Attraverso i vangeli noi entriamo nella storia del Signore risorto e quella storia entra nella nostra per vivificarla. Come discepoli dobbiamo amare molto i racconti evangelici, leggerli e rileggerli, meditarli conservandoli nel cuore e nella testa.
Con il secondo brano (Lc 4,14-21) siamo portati a rivivere gli inizi della missione di Gesù: sospinto dallo Spirito (è impressionante vedere come in questi primi capitoli di Luca lo Spirito è protagonista in tutti i movimenti di Gesù!) si reca a Nàzaret e partecipa alla preghiera del sabato nella sinagoga, come era solito fare. Luca racconta con solenne sobrietà la scena di Gesù che entra, si alza a leggere, prende il libro/rotolo di Isaia, lo apre e trova la Parola che ha scelto con cura. Sembra di vedere in questi semplici gesti l’amore di Gesù per la Scrittura! È una questione sostanziale: sempre Gesù si riferisce a ciò che era stato preannunziato di lui nelle Scritture. E nella Scrittura trova l’espressione del suo progetto di vita: le parole di Isaia 61,1-2 sono quelle giuste per riassumere quel che stava cominciando a fare con le persone della Galilea, quel che avrebbe fatto con la sua morte e risurrezione, quel che sta facendo ora da risorto con tutti noi. Da quel giorno infatti, nel quale il Signore ha detto «oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato», è sempre un «oggi»: perché in Gesù tutte le promesse del Padre si sono realizzate, e la Trinità è continuamente all’opera per la nostra salvezza.
Già, ma Gesù che cosa sta facendo per noi oggi? A volte vorremmo che facesse quel che vogliamo noi… Ma dobbiamo sintonizzarci con quel che Lui desidera e opera per noi, Lui che ne sa più di noi perché è il consacrato di Dio, il Figlio amato, colmo dello Spirito Santo. Teniamo gli occhi fissi su di lui mentre riascoltiamo le parole di Isaia.
Gesù sta portando ai poveri il lieto annuncio, sta proclamando la grazia del Signore. Nella Chiesa, che è il suo Corpo, il Signore continua ad annunciare, a proclamare, a gridare una cosa bella e gioiosa: che il Padre vuole bene a tutti, ha ‘grazia’ per tutti, guarda tutti con il gioioso sguardo del suo amore. L’Anno della Misericordia che Papa Francesco ci ha invitato a vivere è la ripresa e la sottolineatura di questo annuncio permamente della bontà di Dio in Gesù Cristo. Ci aiuta a maturare la consapevolezza e l’esperienza stabile della misericordia del Padre, in ogni giorno, in ogni oggi della nostra esistenza, che ci sia il giubileo o no!
Gesù sta proclamando ai prigionieri la liberazione, sta rimettendo in libertà gli oppressi. Il pensiero va certamente alle persone che subiscono fisicamente violenza in tanti modi: obbligate, sottomesse, perseguitate, carcerate… Ma deve andare prima di tutto alla schiavitù e all’oppressione che genera tutte le violenze sugli altri e da cui il Signore ci sta salvando: il peccato. Morendo sulla croce con amore e perdonando così i nostri peccati, Gesù ci rigenera ad una vita capace di amare. Chè il peccato davvero ci schiavizza, ci rinchiude in noi stessi, ci fa guardare agli altri come delle minacce o come degli oggetti e ci impedisce di amare. Dio ha preso posizione contro il peccato ed offre a tutti, oggi, la possibilità di essere liberati, sollevati, consolati, pronti a dire di no al male per dire di sì al bene.
Gesù sta proclamando che i ciechi possono avere la vista. Questo dono sta al centro di tutto. Si tratta del dono della verità, che Gesù ci fa continuamente. Vedere ciò che è vero, buono e giusto: questo ci permette di fare, il Signore, con il suo Spirito! E ciò che è vero, buono e giusto è l’amore per Dio e per i fratelli. Chi non ama i fratelli, non vede niente, non sa dove va, è nelle tenebre (cf. 1Gv 2,9-11).