Papa Francesco, nella Bolla di indizione del Giubileo (Misericordiae vultus, n. 22) presenta in modo molto bello il dono dell’indulgenza:
Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. Nell’Anno Santo della Misericordia essa acquista un rilievo particolare. Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona.
Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato.
La Chiesa vive la comunione dei Santi. Nell’Eucaristia questa comunione, che è dono di Dio, si attua come unione spirituale che lega noi credenti con i Santi e i Beati il cui numero è incalcolabile (cfr Ap 7,4). La loro santità viene in aiuto alla nostra fragilità, e così la Madre Chiesa è capace con la sua preghiera e la sua vita di venire incontro alla debolezza di alcuni con la santità di altri. Vivere dunque l’indulgenza nell’Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente. Indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che partecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio.
Dunque, l’indulgenza è la liberazione dall’impronta negativa, da ogni residuo della conseguenza del peccato, per vivere e crescere nell’amore di Dio. Per questo la Chiesa indica, a chi si vuole aprire al dono dell’indulgenza, tre condizioni e un’opera particolare.
Le tre condizioni generali (che sono tre modi per sperimentare la misericordia efficace del Padre) sono:
– la Comunione eucaristica, che è l’unione con Gesù Cristo morto e risorto
– la celebrazione del Sacramento della Penitenza, che è la Riconciliazione con il Padre e con i fratelli.
– la preghiera secondo le intenzioni del Papa, per esprimere l’unità con l’intera Chiesa.
L’opera particolare, in questo Giubileo, è il pellegrinaggio alla Porta Santa, per avere il dono dell’indulgenza plenaria. Nella nostra Diocesi, sono chiese giubilari (con la Porta Santa) la Cattedrale di Ferrara e la Concattedrale di Comacchio.
L’indulgenza del Padre può essere accolta per sè o per un caro defunto. Non per i vivi.
Con una sola Confessione si possono acquistare più indulgenze. Con una sola Comunione e una sola preghiera per il Papa si acquista una sola indulgenza plenaria.
Le tre condizioni possono essere adempiute parecchi giorni prima o dopo l’opera prescritta. Meglio però che Comunione e preghiera per il Papa siano nello stesso giorno.
Le persone che sono impossibilitate ad uscire di casa potranno ottenere l’indulgenza giubilare offrendo la propria malattia e solitudine ricevendo la Comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione.